Neoplasie professionali non da amianto: il nuovo impegno dell’INAIL per tutelare i lavoratori

Neoplasie professionali non da amianto: il nuovo impegno dell’INAIL per tutelare i lavoratori

A cura di Formazione.AGR – Tel. 0828 380360 – www.formazioneagr.it
Via Fogazzaro 57/A – Battipaglia (SA)

La prevenzione dei tumori professionali non può più essere rimandata. Lo studio recentemente pubblicato dall’INAIL sul Piano cancerogeni per le neoplasie non asbesto correlate segna un importante passo avanti nel riconoscimento e nella gestione di un problema troppo spesso sottovalutato: l’esposizione a sostanze cancerogene nei luoghi di lavoro, al di fuori dell’ambito – ormai noto – dell’amianto.

Un rischio sottostimato

Meno dello 0,7% dei tumori registrati annualmente in Italia viene denunciato come malattia professionale. Questo dato è in netto contrasto con le stime epidemiologiche fornite da organizzazioni internazionali come l’ILO e l’OMS. Ciò significa che centinaia, se non migliaia, di lavoratori colpiti da neoplasie non ricevono il riconoscimento e la tutela che spetterebbe loro per legge.

Le imprese devono fare la loro parte

Le aziende sono chiamate a un ruolo attivo. Non basta più limitarsi a rispettare gli adempimenti minimi normativi: è necessario investire nella conoscenza dei rischi emergenti, aggiornare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e promuovere una cultura aziendale della sicurezza, dove la salute del lavoratore non sia solo un obbligo, ma una priorità.

L’importanza di un approccio integrato

Lo studio INAIL sottolinea che le neoplasie di origine lavorativa spesso derivano da cause multifattoriali, difficili da ricondurre a un solo agente o evento. Per questo motivo, la valutazione del nesso causale deve coinvolgere figure diverse: tecnici della sicurezza, medici competenti, avvocati, ispettori e consulenti specializzati.

Questo approccio interdisciplinare è l’unico in grado di garantire una valutazione oggettiva e accurata, specie nei casi di denuncia postuma o in cui il lavoratore sia deceduto.

La prevenzione non può aspettare

Ogni giorno di ritardo nell’individuare un rischio cancerogeno è un giorno in cui un lavoratore può ammalarsi senza saperlo. E ogni omissione nel riconoscere una malattia professionale è una doppia ingiustizia: per chi ne è colpito e per chi resta esposto.

È urgente agire su due fronti:

  • Prevenzione primaria: mappatura aggiornata delle sostanze cancerogene nei diversi contesti lavorativi, specialmente in quelli non tradizionalmente associati al rischio (es. settore logistico, servizi, industrie digitali);

  • Tutela effettiva: procedure più chiare e snelle per la denuncia, il riconoscimento e l’indennizzo delle neoplasie professionali.

La formazione come strumento di difesa

Formazione.AGR è al fianco delle imprese e dei lavoratori per fornire strumenti concreti nella lotta contro i rischi cancerogeni: corsi mirati, aggiornamenti normativi, consulenza per la valutazione del rischio chimico e cancerogeno, e supporto nella gestione delle denunce INAIL.


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Proteggere la salute sul lavoro non è solo un obbligo: è un dovere etico e una scelta strategica per ogni impresa che guarda al futuro.