Il Piano Inail contro i cancerogeni: una nuova strategia per la prevenzione
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La prevenzione delle malattie professionali, soprattutto di origine oncologica, rappresenta una delle principali sfide della sicurezza sul lavoro nel nostro Paese. L’INAIL, attraverso il proprio Piano cancerogeni, ha recentemente pubblicato uno studio specifico sulle neoplasie non correlate all’asbesto, con l’obiettivo di migliorare la tutela dei lavoratori e l’efficacia delle misure preventive.
Perché escludere le patologie asbesto-correlate?
Lo studio, curato dalla Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza in collaborazione con la Consulenza statistico-attuariale dell’INAIL, ha scelto di concentrarsi esclusivamente su tumori non legati all’amianto. Questo perché le neoplasie asbesto-correlate presentano un periodo di latenza molto lungo, che rende difficile dimostrare il nesso tra l’esposizione lavorativa e la patologia insorta a distanza di decenni. Tali casi continueranno a essere trattati separatamente.
Numeri che fanno riflettere
Uno degli aspetti più critici emersi riguarda il sottodimensionamento delle denunce: le neoplasie segnalate come malattie professionali rappresentano meno dello 0,7% dei tumori diagnosticati ogni anno in Italia. Una percentuale nettamente inferiore rispetto a quella stimata da organismi internazionali come l’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Questo dato suggerisce una sottostima preoccupante dei casi realmente professionali, che rischiano di non essere riconosciuti né tutelati.
Un sistema che va aggiornato e condiviso
Lo studio evidenzia l’urgenza di aggiornare costantemente le banche dati sugli agenti cancerogeni e promuovere la condivisione delle informazioni tra operatori, imprese e istituzioni. È inoltre fondamentale analizzare in modo approfondito la presenza di agenti cancerogeni nei nuovi contesti produttivi, spesso trascurati dalla normativa tradizionale.
Obiettivo: prevenzione attiva e tempestiva
Un quadro parziale o datato del rischio può portare a due gravi conseguenze:
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La mancata denuncia di tumori che invece avrebbero natura professionale;
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L’impossibilità di strutturare interventi efficaci di prevenzione mirata.
Per questo l’INAIL ribadisce la necessità di investire in formazione, monitoraggio e strumenti di analisi interdisciplinari, capaci di cogliere i segnali di rischio nei contesti lavorativi più esposti.
L’approccio multidisciplinare alle denunce
Particolare attenzione viene data alle modalità di valutazione delle denunce per neoplasie professionali. A causa della complessità eziologica dei tumori, ogni pratica richiede l’intervento coordinato di più figure:
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Esperti sanitari per valutare l’effettiva esposizione a cancerogeni;
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Ispettori del lavoro, soprattutto nei casi di decesso;
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L’Avvocatura INAIL, per l’interpretazione corretta delle presunzioni legali sul rischio e sul nesso causale.
Conclusioni
Lo studio INAIL ribadisce un concetto chiave: senza consapevolezza e prevenzione, nessuna tutela può dirsi davvero efficace. Riconoscere le malattie professionali oncologiche significa dare dignità al lavoro e garantire giustizia a chi si è ammalato a causa della propria attività.
Formazione.AGR sostiene ogni iniziativa volta a rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro, offrendo formazione certificata, consulenze specialistiche e supporto tecnico per la valutazione dei rischi e la gestione degli agenti cancerogeni.
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La salute dei lavoratori è un diritto. Prevenire è un dovere collettivo.
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